IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL SETTECENTO

Parini: Odi


 

Oltre che nel Giorno, la grande poesia di Giuseppe Parini va ricercata nelle odi, nelle quali, anzi, essa riesce talora a una più libera e franca varietà di atteggiamenti e di motivi di quanto non le fosse invece concesso dall'intendimento satirico del poema. Sono diciannove, scritte tra il 1757 e il 1796; la prima è "La vita rustica", l'ultima "Alla Musa". Nelle prime odi, "La vita rustica" (1757) e "La salubrità dell'aria" (1759), è già possibile scorgere il risoluto svincolarsi del Parini dai temi e dalla idealità arcaica, poiché il poeta, pur celebrando in termini e modi che sentono ancora d'Arcadia, la dolcezza la tranquillità e la salubrità della vita campestre, in opposizione all'insalubre e tetra vita cittadina, vi formula il principio della sua poetica, ch'è l'andar "l'util cercando" per "negletta via", l'unione dell'utile "al vanto di lusinghevol canto". Poetica vecchia nella forma, poiché non è che l'idealità pedagogica della poetica classica formulata da Orazio, ma rinnovata nella sostanza, poiché con essa il Parini si oppone decisamente alle vuotaggini dell'Arcadia e immette nella poesia la serietà della vita e del sentimento morale. Di qui anche il nuovo significato che nelle odi pariniane assume l'occasionalità: non spunto di vuote esercitazioni poetiche, ma tema sul quale si accentra di volta in volta, in forme varie, tutto il mondo ideale e morale del poeta. Seguono "L'impostura", in cui il poeta, con procedimento affine a quello del Giorno, maschera la rampogna nei termini e nel tono di un'elegante e artificiosa palinodia; "L'educazione" (1764), tra le più famose, nella quale, nel nitidissimo quadretto del mito esemplare del centauro Chirone educatore di Achille, è cantata la necessità di un'educazione che contemperi armoniosamente le forze del corpo e quelle dell'anima, e l'assoluta preminenza dei valori morali sui privilegi sociali acquisiti; "L'innesto del vaiuolo", in lode del medico Bicetti coraggioso propugnatore del nuovo rimedio; "La recita dei versi", contro l'uso e l'abuso delle declamazioni; "La tempesta", contro il malcostume politico e amministrativo; "A Silvia o sul vestire alla ghigliottina", nella quale è acutamente colto e additato il rapporto tra la degenerazione della moda e il pervertimento del gusto e del sentimento morale. Un cenno a parte meritano "La caduta", le tre odi di argomento amoroso e "Alla Musa". Nella "Caduta" (1785) il vecchio illustre poeta, sdrucciolato nel fango, è soccorso da un amorevole cittadino il quale aggiunge all'atto umanissimo, guastandolo, una lunga serie di consigli che sono in stridente opposizione col sentimento pariniano della dignità dell'uomo e della missione della poesia: al che il poeta replica sdegnoso. La figura del vecchio Parini, atteggiata a questi magnanimi sensi di libertà morale e di dignità non doma dai rigori della sorte, è compiutamente delineata in questa ode, e con questi lineamenti essa passerà alla generazione posteriore, al Foscolo e al Manzoni. "Alla Musa" compie, insieme con "La caduta" il ritratto del Parini poeta, rappresentato nell'ode più tarda con quei lineamenti equanimi e calmi con cui egli è passato nella tradizione critica e letteraria. Nelle tre odi amorose: "Il pericolo" (1787), "Il dono" (1790), "Il messaggio" (1793), il Parini dà vita poetica all'ideale neoclassico del bello: in esse l'amore, spogliatosi della torbidezza della passione, diviene vagheggiamento di belle forme, e la bellezza, fantasma divino, riscatta la vita in un clima di serenità purissima, estatica, immobile: ideale della bellezza purificatrice al quale il Foscolo darà nuova forma, ricollegandosi al Parini, nelle due odi famose, "A Luigia Pallavicini" e "All'amica risanata". Nella varietà dei temi, il mondo poetico e ideale del Parini quale viene delineandosi nelle odi, rivela un armonioso accordo di motivi ideali e una sostanziosa unità: è il culto del bello e l'esercizio dell'arte assunto all'altezza di un ministerio ideale e morale; è il superamento del dissidio tra l'uomo e l'artista; un'evasione definitiva dalle vuotaggini dell'Arcadia e un avviamento a un più intimo e moderno accordo dei valori artistici e umani; il rinnovamento della vecchia tradizione umanistica in un più caldo e severo sentimento della vita. Appunto per questa idealità, per questo armonioso accordo dell'artefice sapientissimo e dell'uomo, il Parini, accanto all'Alfieri, è uno dei grandi fautori del rinnovamento letterario italiano della seconda metà del sec. XVIII.
Daniele Mattalia

Sono osservabili per il buon senso, e per la semplicità che spirano, quantunque vi si ravvisi scarsità di immagini poetiche, e quelle poche, presentate in uno stile privo di energia e di nobiltà. (Foscolo).

Col Parini la poesia riacquista la serietà di un contenuto vivente nella coscienza. E la forma si rimpolpa, si realizza, diviene essa medesima l'idea, armonia tra l'idea e l'espressione. (De Sanctis)
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© 2009 - Luigi De Bellis