IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL SETTECENTO

Parini: Profilo


 

Giuseppe Parini nacque nel 1729 a Bosisio, a pochi chilometri da Milano. Trasferitosi in città e presi gli ordini ecclesiastici essenzialmente per esigenze di ordine economico, pubblicò un volume di rime che gli valse una certa notorietà e l'ammissione all'Accademia milanese dei Trasformati, che fra l'altro si proponeva di discutere e di diffondere la nuova cultura illuministica. Fu un'esperienza importante, anche perché lo mise in contatto con gli ambienti nobiliari della città. Fu precettore in casa Serbelloni prima, in casa Imbonati poi. Nel 1763 pubblicò Il mattino, nel 1765 Il mezzogiorno, opere che gli valsero una fama nazionale. Negli anni successivi fu chiamato a svolgere attività di pubblico insegnamento dal governo austriaco, con cui collaborò assumendo anche vari altri incarichi. Difficili furono gli anni successivi alla morte di Maria Teresa, quando le più radicali riforme di Giuseppe Il misero in discussione la collaborazione di molti intellettuali milanesi ai progetti governativi. Il Parini tuttavia superò la "tempesta" e mantenne l'incarico di insegnamento. Negli anni dell'occupazione francese il poeta ormai vecchio fu chiamato a collaborare con la Municipalità rivoluzionaria. Rientrati gli austriaci, egli dettò, poco prima di morire, un celebre sonetto nel quale ammoniva i nuovi governanti alla rettitudine e alla giustizia.
Fra le opere minori si segnalano alcuni componimenti in versi che testimoniano l'adesione del Parini alle idee illuministiche, e scritti di poetica di orientamento sensistico. Ma i capolavori del Parini sono le Odi e Il giorno. Le prime odi, dette "odi illuministiche", appartengono al periodo 1758-1766 circa. In esse il poeta è «un cittadino che parla a cittadini», e tratta alcuni dei temi che la nuova cultura andava dibattendo in quegli anni cruciali: sono odi di impegno civile, sociale, culturale e morale, che si distaccano nettamente dalla produzione arcadica precedente per i temi affrontati e spesso per il linguaggio decisamente innovatore (classico concreto, realistico, scientifico ecc.). Nella Salubrità dell'aria, ad esempio, il Parini tratta il tema della salute pubblica messa a repentaglio dalla speculazione e dall'incuria dei cittadini. Nel Bisogno affronta il tema della necessità di prevenire i delitti piuttosto che punirli. Nell'Innesto del vaiolo si schiera a favore della sperimentazione della vaccinazione antivaiolosa. Viceversa nelle odi più tarde (anni '80 e '90), che segnano la sua adesione all'estetica neoclassica, il Parini affronta di preferenza tematiche più personali, come nelle celebri Il messaggio o Alla Alusa. Una convergenza di tematiche personali e civili si ha ancora, ad esempio, nell'ode La caduta. Si è discusso se questo diverso orientamento del Parini maturo costituisca una coerente evoluzione, che non rinnega la sostanza degli ideali giovanili, oppure una decisa involuzione. Certo è comunque che le odi neoclassiche costituiscono i capolavori della letteratura neoclassica settecentesca italiana.

Il giorno (preceduto dal Dialogo sopra la nobiltà) ha una struttura didascalico-satirica. Il narratore si propone come precettore di un giovane signore, a cui - dice - intende mostrare le attività più interessanti e degne da svolgere nel corso della giornata. In realtà è subito chiaro che il precettore si limita a fingere di ammaestrare il giovin signore, mentre di fatto sua funzione essenziale è quella di smascherarne i vizi, mettere in evidenza i limiti della società .che rappresenta, i privilegi di cui essa immeritatamente gode e la pochezza o la nullità umana e culturale del protagonista, che anzi appare caratterizzato sovente come una sorta di automa (essere meccanico, artificiale, innaturale, che dell'uomo ha solo l'aspetto). È questa una forma di degradazione del protagonista, che si inserisce in un più ampio progetto ironico e satirico (l'ironia è la forma del discorso predominante nel poemetto, solo a tratti sostituita dalla scoperta deprecazione dei comportamenti negativi). La polemica investe non solo il protagonista ma l'intera società nobiliare e una grande quantità di obiettivi particolari, dalla moda al cicisbeismo, dalla cura esasperata delle apparenze, all'ignoranza, alla superficialità, alla disumanità con cui viene trattata la servitù. Si è discusso dell'esatta natura della polemica antinobiliare pariniana, e se nel corso dell'elaborazione del poemetto il Parini abbia o meno attenuato tale carica polemica. Per quanto ci riguarda abbiamo proposto un'interpretazione che da un lato indica nel riformismo moderato di stampo illuministico il limite della polemica nobiliare del Parini, e che dall'altro individua nella Notte contemporaneamente un incremento del pessimismo (abbandono della fiduciosa prospettiva di riforma sociale e civile) e un aggravarsi del giudizio sulla crisi della classe aristocratica, che appare al poeta ormai destituita d'ogni funzione storica
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© 2009 - Luigi De Bellis