IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL SETTECENTO

Carlo Goldoni: profilo


Carlo Goldoni fu molto orgoglioso della propria riforma teatrale e a questo argomento dedica molta attenzione nei suoi Mémoires, l'autobiografia che egli scrisse, in francese, a Parigi, negli ultimi anni della sua vita.
Questa riforma - cioè una profonda modifica del ruolo dell'autore di testi teatrali e delle convenzioni drammaturgiche - non fu realizzata dal Goldoni con un percorso rettilineo, ma con mediazioni, concessioni ai gusti correnti, riprese del proprio programma.
La riforma goldoniana si fonda su due caposaldi che sono in aperto contrasto con gli orientamenti teatrali della prima metà del secolo, quelli della commedia dell'arte, che lasciavano largo margine all'improvvisazione degli attori e alle maschere fisse - Pantalone, Arlecchino, ecc. - le cui vicende e i cui comportamenti erano stereotipati, consolidati da una lunga tradizione, prevedibili. Questi caposaldi si possono così sintetizzare:

1) al posto del "canovaccio", che concede ampia iniziativa all'estro dei comici, il Goldoni impone progressivamente un testo scritto, definitivo, che non lascia all'attore alcuna possibilità di modifica;

2) alle maschere fisse e di una comicità tutta esteriore, di situazione - basata cioè sugli scambi di persona e su vicende aggrovigliate -, egli sostituisce la creazione del "carattere", cioè la rappresentazione di figure umane, definite nella loro particolare e irripetibile fisionomia, nella loro individualità, al di fuori quindi degli schematismi delle maschere.

L'ambiente veneziano nel quale il Goldoni opera questa sua riforma è molto attento alla vita teatrale e nel complesso - per la fiorente attività editoriale - è aperto alle novità culturali straniere e quindi alla nuova cultura illuministica che a metà secolo trova già espressione in parecchi testi esemplari. Ma mentre in altre aree italiane (in Lombardia, per esempio) la cultura illuministica si cala concretamente nella gestione della cosa pubblica e - sia pure attraverso mediazioni di vario genere - diventa riformismo, a Venezia essa rimane informazione o aggiornamento culturale e non modifica una gestione politica tradizionale ed oligarchica.
Goldoni sente certamente le sollecitazioni della nuova cultura, ma per così dire coniugandole con molto buonsenso, con atteggiamenti di distaccata e ironica osservazione della realtà. Ciò significa che nella sua vastissima produzione c'è posto per la polemica contro l'ozio improduttivo di una nobiltà parassitaria, per l'esaltazione dell'operosità e produttività della classe borghese (temi tipicamente illuministici); ma tutto questo è detto con toni che rifuggono da asprezze polemiche e da amari sarcasmi. II Goldoni assegna certamente al suo teatro un intento di educazione, fa sua la prospettiva classica di "correggere i costumi attraverso la rappresentazione comica", ma ci sembra eccessivo attribuirgli - come una corrente critica di questi ultimi decenni vorrebbe - una coscienza rivoluzionaria e un vero e proprio programma di un nuovo rapporto fra le classi. Rivoluzionario invece fu sul piano specificamente letterario: perché, rifiutando le suggestioni libresche o classicistiche, scelse come oggetto di rappresentazione la realtà della società contemporanea e i valori borghesi che ne costituivano l'autentica novità (collegandosi con ciò - e anzi anticipandolo - con il dibattito europeo per un teatro moderno, per un "dramma borghese"); e perché, superando l'artificiosità della lingua letteraria tradizionale, ne creò una più sciolta e - fatto significativo nella storia linguistica italiana - diede dignità d'arte al dialetto.

CRONOLOGIA ESSENZIALE

1707 Nasce a Venezia.
1716-20 Compie i primi studi nel collegio dei gesuiti a Perugia.
1723-25 Frequenta i corsi di legge presso l'Università di Pavia; viene espulso dal collegio Ghislieri per una satira contro le donne della città.
1728-30 Lavora con incarichi di vario genere presso la Cancelleria criminale prima di Chioggia e poi di Feltre.
1732 Inizia a Venezia l'attività di avvocato, avendo l'anno precedente conseguita la laurea a Padova.
1734 Dopo varie vicende - abbandona Venezia, ha un incarico burocratico a Milano - si unisce alla compagnia teatrale di Giuseppe Imer e ritorna a Venezia.
1144 Viene rappresentata al teatro di San Samuele La donna di garbo.
1145-48 Esercita l'avvocatura a Pisa.
1748-52 Ritorna a Venezia e si impegna con contratto a lavorare come "autore comico" al teatro Sant'Angelo diretto dal Medebach. Sono di questi anni fra l'altro La Vedova scaltra, La famiglia dell antiquario, Le fervine puntigliose.
1753-62 Passa al teatro di San Luca, gestito dal Vendramin.
1153 La locandiera.
1759 Gl'innamorati.
1760 I Rusteghi; La casa nuova.
1761 La Trilogia della Villeggiatura.
1162 Le baruffe chiozzotte con Una delle ultime sere di carnevale Goldoni dà l'addio a Venezia e parte per Parigi.
1765 A Venezia recita de IL Ventaglio; Goldoni intanto appronta "canovacci" per la "Comédie italienne" e fa il maestro di lingua italiana per la principessa Adelaide, figlia di Luigi XV; vive quindi sino al 1769 a Versailles.
1171 Successo del Bourru bienfaisant alla " Comédie francaise".
1115-80 Nuovo soggiorno a Versailles come maestro di lingua italiana delle sorelle di Luigi XVI. 1184-87 Scrive i Mémoires.
1793 Muore a Parigi
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© 2009 - Luigi De Bellis