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LA
LETTERATURA MINORE
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LA SCAPIGLIATURA MILANESE
Una prima
reazione contro lo squallore
delle vita e dell’arte imperante
soprattutto nella società
milanese del dopo '48, venne da
parte di alcuni giovani
intellettuali insofferenti e
ribelli, decisamente ostili ad
una vita piatta ed improntata ad
una falsa dignità morale,
sostanzialmente vuota ed
inutile. Abbiamo già precisato
che la povertà e superficialità
dei temi della poesia del
cosiddetto secondo romanticismo
era in effetti il segno di una
esistenza sconfitta, di una
fiacchezza morale in cui si
erano adagiate le coscienze
deluse dagli ultimi infausti
avvenimenti politici. Ebbene
questi giovani scontenti, che
furono detti “scapigliati”
perché per molti aspetti simili
ai “bohémiens” parigini degli
anni trenta, rivolsero la loro
accesa e spettacolare protesta
anzitutto contro i costumi
borghesi della vita civile. Essi
condussero una vita volutamente
ed accentuatamente sregolata per
dare scandalo e smuovere le
coscienze dei “benpensanti”, per
sfuggire alle regole di una
condotta civile formalmente
impeccabile, ma sostanzialmente
meschina, per richiamare
l’attenzione generale sulla
necessità di superare i vecchi
canoni della vita e dell’arte
ormai privi di ogni reale
validità. Dediti all’alcool ed
agli stupefacenti, molti
morirono giovani di tisi o di
alcoolismo, dopo aver vissuto in
miseria e al di fuori di ogni
consuetudine civile. La loro
protesta ebbe certamente
risonanza e indubbiamente valse
a favorire il superamento delle
posizioni romantiche più
obsolete, ma non ebbe la forza
di enunciare con chiarezza un
programma di rinnovamento. Gli
scapigliati avvertivano
drammaticamente il bisogno di un
rinnovamento, ma non seppero
creare nulla di nuovo. Tuttavia
dobbiamo riconoscere che
intuirono l’esigenza di dare
all’arte una maggiore aderenza
alla realtà quotidiana (tendenza
che si svilupperà di lì a poco
col “verismo” e che richiamerà,
con maggiore convinzione e
concretezza, un aspetto già
presente nel primo
romanticismo), ma anche di
approfondire i problemi
esistenziali al di là di ogni
tradizionale conformismo e
indagando più a fondo nei
meandri dell’animo umano (in ciò
rifacendosi ad alcuni poeti
stranieri, come ad esempio il
Baudelaire, ed anticipando i
nostri poeti decadenti).
Fra gli “scapigliati” ricordiamo
Giuseppe Rovani, capo
riconosciuto del movimento,
Emilio Praga, autore di varie
raccolte di versi (“Tavolozza”,
“Penombre”, “Fiabe e leggende”,
“Trasparenze”), Arrigo Boito,
famoso librettista di opere
liriche (scrisse, tra l'altro, i
libretti dell’ “Otello” e del
“Falstaff” di Giuseppe Verdi e
quello della “Gioconda” musicata
dal Ponchielli), e Giovanni
Camerana .
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