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IL QUATTROCENTO
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LA LETTERATURA IN VOLGARE
Il
Quattrocento umanista (sec. XV)
riportò in auge l'uso della
lingua latina classica con
particolare riferimento al
modello ciceroniano e molti
letterati espressero chiaramente
un certo disprezzo per i grandi
Trecentisti che avevano scritto
in volgare. Qualcuno arrivò al
punto di definire Dante "poeta
da ciabattini e da fornai". Ma
non mancarono voci di dissenso
nei confronti di un tale
atteggiamento, di una tendenza
che appariva già allora
anacronistica, antistorica. Ci
fu chi, come Leonardo Bruni,
ammise la superiorità del
volgare sul latino e chi, come
Leon Battista Alberti, riconobbe
la grandezza della lingua latina
ma non la sua superiorità sul
volgare. Anzi l'Alberti
promosse, nel 1441, un concorso
pubblico di poesia in volgare
sul tema della "vera amicizia".
A questo concorso parteciparono
numerosi poeti, ma a nessuno fu
decretata la vittoria ed
assegnato il premio (una corona
d'alloro in argento, da cui il
nome di "certame coronario" dato
al concorso). Tuttavia l'invito
a poetare in volgare incontrò il
favore di tanti letterati,sicché
nella seconda metà del secolo ci
fu un vero e proprio trionfo del
volgare,che fu adottato dalle
personalità letterarie di
maggior rilievo: Lorenzo de'
Medici, Luigi Pulci, Matteo
Maria Boiardo, Angelo Poliziano
e Jacopo Sannazaro.
Cos'è il "certame coronario"?
Gara poetica in volgare sul tema
dell'amicizia, tenutasi a
Firenze, in Santa Maria del
Fiore (22 ottobre 1441), per
iniziativa di L.B. Alberti.
Segnò il risorgere dell'uso
letterario dell'italiano
riproposto contro gli entusiasmi
per il latino del primo
umanesimo. Vi presero parte
rimatori popolani (tra gli altri
Anselmo Calderoni, Mariotto
Davanzati, Antonio degli Agli) e
umanisti come Ciriaco d'Ancona,
Leonardo Dati, Benedetto Accolti
e lo stesso Alberti.
La giuria, composta di dieci
segretari apostolici, non
aggiudicò il premio (che
consisteva in una corona di
lauro d'argento); suscitando il
risentimento di Alberti; ma
l'iniziativa ebbe ugualmente un
notevole significato storico,
perché segnò la prima
affermazione del volgare
nell'ambito della cultura
ufficiale.
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