Letteratura italiana: Opere di Pasolini

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PASOLINI
Analisi opere
 1 Passione e ideologia
2 Poesie
3 Ragazzi di vita
4 Scritti corsari
5 Una vita violenta
6 La meglio gioventù

 


Una vita violenta
 

Romanzo pubblicato nel 1959. Un libro teso, aspro, fuori dal ciclo neorealistico: l'oggettività del discorso erompe netta e furiosa, efficacissima. Narra la vera storia della vita breve, vissuta con passione, di Tommaso Puzilli, un giovane dei sobborghi romani; egli è l'archetipo di quella gioventù la cui "condizione di esistenza incorrotta" viene costantemente celebrata da un Pasolini in cui si riconoscono le origini borghesi. Tommasino e i suoi compagni appartengono al sottoproletariato, a una classe che "senza quella coscienza borghese e moralistica vive semplicemente in maniera selvaggia: figli della miseria e della depressione economica". Queste persone non possono essere definite asociali; vengono considerate piuttosto creature di Dio, create proprio per il paradiso: paragonabili ai gigli, che non lavorano, agli uccelli che non seminano né raccolgono, ma che ugualmente vengono nutriti. Carlo Levi li definisce perciò "incredibilmente simpatici", poiché suscitano "compassione per un mondo che non conosce compassione". La vita violenta di Tommasino e dei suoi amici viene raffigurata come un gesto dell'impotenza contro un mondo che non li tiene in considerazione e che inesorabilmente li condanna a scomparire senza lasciar traccia, a restare esistenze senza storia. Prostitute e benzinai vengono derubati, senza che per questo i "ragazzi" di Pasolini appaiano dei malviventi; essi si vendono a omosessuali, senza che tuttavia possano essere definiti ragazzi prostituti; passano giorno e notte oziando nella capitale - che assume un ruolo da protagonista - e, malgrado ciò, non possono essere bollati come oziosi vagabondi. Tommasino e i suoi amici vivono molto semplicemente al di fuori di ogni ordinamento sociale che li possa condizionare, e, grazie a ciò, la loro esistenza assurge a mito di una vitalità trionfante. Cercando luce e amore, due concetti-chiave dell'autore, essi trovano chiarezza, benevolenza e comprensione proprio lì dove la società si attende sporcizia, depravazione, servilismo e odio primitivo. L'ordine dei valori morali diventa relativo; Pasolini, ateo solo in apparenza, annuncia il primitivo vangelo cristiano della compassione verso la sciagurata avidità degli affamati. Il suo Tommasino è un naufrago nella società, un fallito nell'amore e nel mito della forza fisica, e muore dopo una vita che non lo ha nemmeno registrato. La sua fine resta un fatto casuale, come quella del protagonista del film Accattone: "Un nuovo sbocco di sangue: egli tossì, e tossì, senza riuscire a riprendere fiato, e addio Tommaso". P. fu accusato di "oscenità"; in realtà egli era ricorso a un "linguaggio non ancora articolato e organizzato" (Levi) proprio per ottenere certi effetti realistici, proseguendo il tentativo - già iniziato in Ragazzi di vita - di rinnovare il linguaggio letterario con il gergo e il dialetto quali espressioni di una realtà popolare non ancora giunta a identificarsi con la vita nazionale. Si tratta di "una forma di espressione artistica nuova, in larga misura autonoma, che lascia le forme letterarie finora usate molto dietro di sé, e permette di rendere meglio le diverse sfaccettature, la ricchezza, il colore, i mezzi toni, le violenze e la sensibilità dei personaggi" (H.V. Cramer).
Manfred Strauss

 

Luigi De Bellis