Poliziano: Ben vegga maggio
Canto spiegato in settenari
gioiosi di Angiolo Poliziano
(1454-1494). Immagini di una
festa, una ebbrezza di natura e
di gioventù; i cuori sono
sottomessi a una sola legge,
l'essere amato e riamare: sulla
terra coperta di fiori, gli
amanti "... si sono armati - per
prender le donzelle: - si
arrendano le belle - ai loro
innamorati". Fra gli armeggianti
compare improvvisa una svelta
figura di adolescente, "Amor ne
vien ridendo - con rose e gigli
in testa": egli è il dio ai cui
comandi si volgon tutti
festevolmente. E l'intero canto
echeggia di un grido che a ogni
strofe ritorna: il maggio, il
maggio.
Vi si nota la fine eleganza di
un uomo che fa oro ciò che
tocca, congiunta con la
perspicuità che la rende
accessibile anche alle classi
incolte. (De Sanctis).