IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

Riassunto Promessi sposi

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MANZONI: Tutto sui "Promessi sposi" Riassunti

Capitolo V

Nel capitolo quinto sono collegati, tramite l'azione di padre Cristoforo, i due poli della vicenda romanzesca finora impostata: la casetta di Lucia e il palazzotto di don Rodrigo.
Padre Cristoforo, arrivato a casa di Lucia, viene informato dell'accaduto; decide di affrontare direttamente don Rodrigo. Sopraggiunge Renzo che incautamente si rammarica perché gli amici non lo aiutano a realizzare i suoi propositi di vendetta. Padre Cristoforo lo rimprovera e gli fa promettere di non provocare nessuno. Torna rapidamente al convento e si avvia quindi verso il tetro palazzotto di don Rodrigo, dove viene ben accolto dai suoi bravi e dallo stesso signore che sta pranzando con il cugino conte Attilio, il podestà («quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino»), il dottor Azzecca-garbugli ed altri due «convitati oscuri». Fra i commensali si intrecciano futili discussioni, che vedono contrapposti in particolare il conte Attilio e il podestà, su questioni di cavalleria. Passano quindi a discutere della guerra di successione di Mantova e del Monferrato (schierati in opposti campi Francesi e Spagnoli, quest'ultimi appoggiati dall'imperatore); quindi della carestia.
Da questo osservatorio provinciale, con un tono pettegolo sulla bocca del podestà - che pur ambisce ad apparire come un fine e autorevole politico - e violento sulla bocca del conte Attilio - che arrogantemente rivendica i suoi privilegi di classe - vengono dunque passati in rassegna i grandi eventi contemporanei. Don Rodrigo tace, vagamente preoccupato dalla presenza di padre Cristoforo, che inutilmente pronuncia parole di pace, agli altri incomprensibili. I due «convitati oscuri» e il dottor Azzeccagarbugli sono intenti essenzialmente a mangiare e a bere. Infine don Rodrigo acconsente ad un colloquio privato con padre Cristoforo.



Capitolo VI

Il colloquio fra padre Cristoforo e don Rodrigo ha un andamento ed una conclusione tempestosi, e ricorda, anche negli atteggiamenti dei contendenti, il duello del capitolo quarto.
Quando don Rodrigo dice al frate che è disposto ad accogliere Lucia sotto la sua protezione, questi indignato lo maledice; don Rodrigo lo scaccia. Prima di allontanarsi dal palazzo il frate viene avvicinato da un vecchio servitore: si sta tramando qualcosa e appena ne sarà certo, glielo riferirà.
Intanto, a casa di Lucia, Agnese ha consigliato ai due giovani di ricorrere al «matrimonio di sorpresa»: è sufficiente infatti la presenza del curato e di due testimoni, davanti ai quali gli sposi pronuncino la formula di rito, perché il matrimonio sia valido. Renzo è subito convinto, mentre Lucia è assalita da scrupoli. Renzo va in cerca di testimoni; si reca dall'amico Tonio, capo di una numerosa famiglia, e lo invita all'osteria: qui gli espone il progetto, promettendogli in cambio la somma di cui l'uomo è in debito con don Abbondio.
Tonio accetta e propone come secondo testimone il fratello Gervaso, un «sempliciotto» per compensare il quale basterà una bevuta. Renzo torna trionfante dalle donne: Agnese si offre di distrarre, al momento opportuno, Perpetua, mentre Lucia continua a opporre resistenza. Arriva padre Cristoforo.
Speculare nello spazio e nel tempo rispetto al precedente (dal palazzotto alla casetta; da mezzogiorno alla sera), questo capitolo costituisce dunque, con il successivo, il prologo al grande capitolo ottavo della «notte degli imbrogli e dei sotterfugi». Nelle parole del vecchio servitore a padre Cristoforo si accenna che «Qualcosa per aria c'è di sicuro», anzi «cose di fuoco!». Agnese («tutta intenta, in apparenza, all'aspo che faceva girare») fila la trama del matrimonio di sorpresa. Interventi umani tutti destinati a fallire, come è fallita l'utopistica impresa di padre Cristoforo («ammansare la fiera nel suo covile»).

 

© 2009 - Luigi De Bellis